Vino, voci dalla cultura

«Sempre pronto a una nuova idea e a un antico vino».
(Bertold Brecht, drammaturgo tedesco, 1898-1956)

«La guerra del gusto»

Ci sono anche paesaggi toscani e sardi, in «Mondovino», il film in concorso al 57esimo Festival di Cannes che parla dell’impatto della globalizzazione sulle regioni produttrici di vino. Con scenari dell’Argentina, della Francia e degli States scorrono immagini girate tra Firenze e Bolgheri, terra dei “supertuscans” ... - LEGGI TUTTO

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Il vino come realtà quotidiana che dà senso alla vita, spiega il pensiero e rivela risvolti insospettabili della conoscenza è il tema del volume La filosofia del vino di Massimo Donà, edito da Bompiani. Il rapporto tra vino e filosofia è analizzato dall’autore con uno sguardo diverso da quello tradizionale, in quanto viene messa in discussione la tesi della nascita in Grecia della filosofia occidentale, i cui presupposti sono già nell’Epopea di Gilgamesh. Nell’antico ciclo epico di ambientazione sumerica, risalente a circa 4500 anni fa tra il 2600 e il 2500 a.C., la bestia diventa uomo con una cerimonia di iniziazione basata sul vino. D’altro canto anche il vino e il culto di Dioniso sono intrinsecamente legati al pensiero: nei riti sacri degli antichi egizi si utilizzava il vino che rendeva possibile il rapporto con gli dei. E dall’Egitto, attraverso la civiltà cretese, il culto di Dioniso passa in Grecia, dove il dio viene rappresentato in modo ambivalente, con l’aspetto di innocente fanciullo dai riccioli d’oro e la realtà irrequieta e sconvolgente.

Nelle Baccanti il tragediografo Euripide evidenzia l’ambiguità di Dioniso proponendo donne che celebrano riti orgiastici legati al vino per “fare a pezzi l’uomo”, simbolo del potere e metafora della conoscenza, e quindi per riaffermare il legame stretto fra filosofia e realtà, vita e vite, amore e morte. Due temi, questi, che sono presenti anche nel Simposio di Platone, dove durante un banchetto si sviluppa il tema dell’Eros, che porta a superare i limiti, a far emergere col vino la libertà profonda e la parte della divinità presente nell’uomo, oltre la sobrietà di Socrate e l’ebbrezza di Alcibiade. Il vino insegna che il percorso della conoscenza di noi stessi è infinito e va oltre la sfera della razionalità. Un legame, quello tra vino e filosofia, che dall’antichità ha percorso i secoli sviluppandosi in campo letterario anche attraverso Baudelaire e i poeti maledetti, con gli scapigliati milanesi e i bohémiens parigini, con gli scrittori decadenti e innumerevoli voci solitarie.

Il vino, espresso nell’antichità con il culto di Dioniso, assume anche un valore simbolico e con la filosofia riafferma il forte legame esistente tra vita e razionalità, pensiero e passione, vizio e virtù, ordine e follia, limite e ansia di infinito. Massimo Donà in Filosofia del vino propone un percorso singolare, che getta sulla filosofia occidentale una luce nuova o, per dirla con l’editore, “uno sguardo bagnato dal vino”.



Le parole del vino

FINE - Vino armonico nel gusto ed elegante nel profumo.

GOUDRON – Termine francese che significa catrame, indica il profumo caratteristico di grandi vini rossi invecchiati, come il Barolo.

RUVIDO - Vino giovane appena spillato, con sospensione di sostanze solide.

Il vino nel Medioevo

Il Medioevo è un’epoca di grande splendore per il vino e la viticoltura. Nei secoli in cui non si conoscono ancora il tè, il caffè e le bevande alcoliche diffuse dopo la scoperta dell’America, il vino è un elemento importante della nutrizione perché “rende grassi e floridi, allontana i mali fisici, dà gusto alla vita, aguzza i sensi e rende ... - LEGGI TUTTO

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